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Comunicazione e Linguaggio

DIFFICOLTA’ DI LINGUAGGIO:

Rientrano in quest’area tutte quelle difficoltà, siano esse di natura fonologica o motoria, in cui si evidenziano errori nel controllo della corretta sequenza dei suoni nella parola, ma anche nella costruzione di una frase morfologicamente e sintatticamente corretta. Il disturbo di linguaggio può essere primario o secondario ed essere presente anche in quadri sindromici (come per esempio nella Sindrome di Down o nella Sindrome di Prader Willy).

Al momento della valutazione, all’osservazione qualitativa del linguaggio spontaneo prodotto in contesto ludico o semi-strutturato con supporto iconico, si aggiunge una parte testale. Tale parte prevede la somministrazione di prove strutturate, a tavolino, in cui vengono valutate le abilità di comprensione e di produzione, nelle sue diverse componenti (fonetico-fonologico, semantico-lessicale, morfo-sintattico); le abilità prassiche; le abilità pragmatiche; i prerequisiti scolastici ( quest’area viene valutata durante l’ultimo anno della scuola materna).

Si procede poi alla formulazione del piano di trattamento, condividendo con la famiglia obiettivi a breve, medio e lungo termine. Nel trattamento vengono selezionate le aree che risultano fragili e vengono individuate attività a complessità cognitiva crescente, per potenziare tali aree e riportarle nel range della media prevista per l’età.

Importante è la collaborazione della famiglia e della scuola che vengono coinvolte per sostenere il lavoro svolto durante la terapia. Proprio all’interno della terapia, il setting di gioco, ecologico e motivazionale, permette di inserire attività specifiche sulla difficoltà comunicativa riscontrata.

 

DISTURBI DELLA VOCE:

Rientrano in tale ambito le disfonie ovvero alterazioni della voce di origine organica (nodulo, polipo, cisti, ecc.) o funzionale (cattivo e/o eccessivo uso), distinte da altre condizioni, tra cui disartria e problemi relativi al linguaggio.

 

DEGLUTIZIONI DEVIANTI:

Rientra in quest’area il malposizionamento linguale durante l’atto deglutitorio che provoca spostamenti delle arcate dentali e alterazioni della struttura palatale e/o mascellare. Particolare attenzione viene posta alle problematiche di natura otorinolaringoiatrica, di adenoidi e tonsille, che possono provocare respirazione orale e conseguente interposizione linguale tra le arcate dentali.

In seguito ad un’attenta valutazione di quella che è la difficoltà riscontrata, si procede alla stesura di un piano di trattamento condiviso con la famiglia, che prevede attività mirate alla riabilitazione della difficoltà stessa. Il trattamento, in costante aggiornamento con il medico otorinolaringoiatra, fisioterapista, osteopata, ortodontista che seguono il piccolo paziente, si articola generalmente in 10-15 incontri in cui vengono forniti esercizi linguali, di respirazione (se necessari) e di rieducazione del corretto atto deglutitorio. Molto importante è la collaborazione con i genitori, che dovranno proseguire quotidianamente gli esercizi a casa.